mercoledì 26 marzo 2014

La donna dei fiori di carta,Donato Carrisi











Autore: Donato Carrisi

Pagine: 170

Edito da Longanesi nel 2012



Descrizione:
Il monte Fumo è una cattedrale di ghiaccio,teatro di una battaglia decisiva.Ma l'eco dei combattimenti non varca l'entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini.Uno è un prigioniero che all'alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado.L'altro è un medico che ha solo una notte per convincerlo a parlare,ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e cambierà per sempre anche la sua esistenza.Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici,in realtà, sono legate.Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e dipendono dalle risposte a tre domande.Chi è il prigioniero?Chi è Guzman?Chi era l'uomo che fumava sul Titanic?Questa è la storia della verità nascosta nell'abisso di una leggenda.Questa è la storia di un eroe insolito e della sua ossessione.Questa storia ha attraversato il tempo e ingannato la morte, perché è destinata al cuore di una donna misteriosa.




Quante volte ci siamo innamorati di un libro?

Accade raramente,ammettiamolo.

A me è successo.

Subito,di colpo,dalla prima riga,senza esitazioni:è stato amore per La donna dei fiori di carta.


Donato Carrisi è venuto da me e circondandomi di sicurezza mi ha condotto in un viaggio attraverso il mondo.
Siamo stati ovunque.
Abbiamo udito parole,racconti,suoni,musiche.

A Marsiglia abbiamo ascoltato l’unica persona al mondo che poteva spiegarci cosa fosse l’amore.
A Parigi abbiamo danzato al Gran Ballo e visto un uomo trovare e conquistare la donna della sua vita.
In Cina abbiamo sentito i monti intonare canzoni.
D’amore,ma forse è superfluo aggiungerlo.
Abbiamo scalato il Monte Fumo,siamo entrati in una prigione.
Faceva freddo,tanto.
Ma un prigioniero ci ha scaldato con le sue parole lasciandoci dimenticare la guerra che fuori continuava a imperversare.
Abbiamo passeggiato sul ponte del Titanic,un signore fumava il suo ultimo sigaro.
Chissà chi era.
E poi il lungo viaggio verso l’America per trovare la verità.
L’abbiamo scovata ed era meravigliosa:l’amore non si possiede,può solo essere preso in prestito.

Allora mio caro Donato,io non solo mi inchino davanti a te,ma ti presto anche un po’del mio amore.
Perché il tuo stile,la tua penna e il tuo animo mi hanno fatto sognare.
La tua poesia mi ha conquistato.

Senza se e senza ma.
Mi sono innamorata.
Leggetelo.
Innamoratevi anche voi.



sabato 22 marzo 2014

Indignazione,Philip Roth












TitoloIndignazione

Autore: Philip Roth

Pagine: 141

Edito da Einaudi nel 2011


Descrizione:
"Indignazione" racconta dell'educazione di un giovane uomo alle terrificanti opportunità e ai bizzarri impedimenti della vita nell'America del 1951.E' una storia di inesperienza,stoltezza, resistenza intellettuale,scoperta sessuale,coraggio ed errore.E'una storia narrata con tutta l'energia inventiva e l'arguzia di cui Roth è maestro,e un ulteriore poderoso tassello nella sua analisi dell'impatto della storia americana sulla vita di individui vulnerabili.




Affronto Philip Roth per la prima volta.
Avanti,vieni a me osannato scrittore,vediamo cosa sei in grado di fare.
Apro le pagine e mi aspetto il classico romanzo americano.
Le mie attese sono esaudite.
Poi tutto a un tratto mi viene in mente qualcosa che con l’America ha ben poco da condividere:la smorfia napoletana.
Più precisamente un numero.
47 il morto che parla.
Eh già.
Perché all’improvviso e senza alcuna cautela,mi viene svelato che a raccontarmi questa storia è un cadavere:Marcus,il protagonista è morto.
Ma come???Quando???Perché??? Cirooooooooooooooooo!
(Se siete nati dopo gli anni ’80 questa non la potete capire.Sorvolate.)
Queste e solo queste (senza il Ciroooooo!) sarebbero state le domande che mi sarei posta leggendo.
Ma non avevo fatto i conti con Roth.

Perché mentre mi chiedevo il come,lui mi trascinava ad osservare i genitori di Marcus:questo padre che pare cosi solido e inaspettatamente si ritrova travolto da un’ansia paranoica,questa madre che sembra una semplice “brava donna”e invece,forse per compensazione, si rivela saggia,decisa,granitica.

Mentre mi chiedevo quando,Roth mi picchiettava la spalla per spingermi a guardare in una stanza dell’università,dove tra Marcus e il decano si svolgeva un alterco dal sapore di lotta per la libertà personale.
Splendido.
Un vero monumento della letteratura.

E ogni volta che mi chiedevo perché Roth tornava.
Insistente,pungolante a sussurrarmi :”Che ne pensi di Olivia?E’una semplice puttana o una derelitta?E della guerra?La vedi la guerra?E’là.Attende.Pronta a uccidere.
E le scelte?Osserva le scelte.Sono quelle di tutti,ma conducono a una sola morte.”

La verità è che Roth ti chiede mille occhi,devi guardare in ogni stanza,in ogni angolo,in ogni animo.
Ma non è faticoso.
Per nulla.
Perché alla sua penna si addice un aggettivo che lui stesso usa spesso in questo romanzo:veemente.
Ti cattura,ti trascina,ti conduce dove vuole e non ti abbandona.
Alla fine lo scopri il come,il quando e il perché ma si rivelano stranamente ininfluenti.
Quello che contava era il viaggio per giungere a quel punto.
(Già sentita questa,eh?)

Tutto perfetto dunque in questo libro?
Sembrerebbe di si.
Allora perché sono rimasta tiepida dinanzi a Indignazione?
Perché l’ho trovato troppo maschile,troppo americano,troppo tecnico.
Qualcosa mi è mancato.
L’emozione?
Direi di si.
Ma non c’è un numero nella smorfia napoletana che indichi l’assenza di empatia con un romanzo.
Peccato.
Altrimenti mi ci giocavo un ambo.


venerdì 21 marzo 2014

Giornata mondiale della poesia:Wislawa Szymborska



Oggi 21 marzo è la giornata mondiale della poesia.

Ammetto di avere poca dimestichezza con questo genere letterario ma qualche anno fa mi innamorai di Wislawa Szymborska,(Kòrnic 2 luglio 1923 - Cracovia 1 febbraio 2012) importantissima poetessa polacca e vincitrice del premio Nobel nel 1996.






Quello che mi folgorò fu la sua enorme capacità di trasformare il quotidiano in poesia.
Le sue parole sono semplici,essenziali e perfette.
Ed è per questo che voglio condividere con voi una delle sue poesie che più amo:




Prospettiva:


da "Due punti"

Si sono incrociati come estranei,
senza un gesto o una parola,
lei diretta al negozio,
lui alla sua auto.

Forse smarriti
O distratti
O immemori
Di essersi, per un breve attimo,
amati per sempre.

D'altronde nessuna garanzia
Che fossero loro.
Sì, forse, da lontano,
ma da vicino niente affatto.

Li ho visti dalla finestra
E chi guarda dall'alto
Sbaglia più facilmente.

Lei è sparita dietro la porta a vetri,
lui si è messo al volante
ed è partito in fretta.
Cioè, come se nulla fosse accaduto,
anche se è accaduto.

E io, solo per un istante
Certa di quel che ho visto,
cerco di persuadere Voi, Lettori,
con brevi versi occasionali
quanto triste è stato.


Invito,chi ne abbia voglia,ad approfondire la conoscenza dell'opera di questa splendida donna.
Intanto...buona giornata della poesia a tutti!

martedì 18 marzo 2014

La culla buia











Autrice: Sophie Hannah

Pagine: 438

Edito da Garzanti nel 2012

Consigliato? Ma anche no!



Descrizione:
L'incubo inizia sempre nello stesso modo.E'stata una lunga nottata,il pianto del neonato intermittente,la stanchezza che ti attanaglia gli occhi.Ma finalmente,alle prime luci dell'alba,il bambino si è addormentato.E tu sei crollata dalla stanchezza.Solo pochi minuti,appena riaperti gli occhi sei subito corsa verso la culla per vedere le sue manine paffute protendersi verso di te.Ma il piccolo è immobile.Lo tocchi, e non respira più... Per molte donne questo è solo un brutto sogno da cui risvegliarsi in un bagno di sudore.Ma per Helen Yardley, Ray Hines e Sarah Jaggard l'incubo è continuato anche una volta sveglie.Il loro bambino è morto,senza una ragione apparente.Tutte sono state accusate di infanticidio e ci sono voluti lunghi processi e molti anni di prigione,prima che fossero scagionate."Morte in culla" è il verdetto finale.Fliss Benson è una giovane produttrice televisiva,a cui viene affidato l'incarico di girare un documentario sulla loro vicenda.Questo è l'ultimo progetto a cui vorrebbe lavorare,perché riapre in lei una ferita mai sanata che riguarda il suo passato.La mattina in cui sta per rinunciare all'incarico riceve un biglietto con sedici cifre.Un biglietto oscuro e ricattatorio.A indagare sulla minaccia è la poliziotta Charlie Zailer, a quale scopre che gli stessi numeri sono stati inviati anche alle tre donne accusate di infanticidio.




Bleah!!!

Io di questo libro non vorrei parlarne,davvero.
E’solo che fa talmente schifo che dentro di me avverto una sorta di “dovere morale”a sconsigliarvelo.
Insomma non potrei più guardarmi serenamente allo specchio sapendo che qualcuno di voi ha speso dei soldi per leggere questo scempio quando io potevo salvarlo.
Adesso,manie di onnipotenza a parte,vi ribadisco due parole sulla trama:le morti in culla.
Ci sono dei neonati morti improvvisamente:cause naturali o madri assassine?
Scopo del giallo è capire se sono colpevoli o innocenti e perché qualcuno vuole ucciderle.
Fin qui tutto chiaro.

Ora,io ho più volte ammesso di non avere le doti de La signora in giallo:non capisco mai chi è il colpevole.
Ma insomma è giusto cosi altrimenti mi perderei i colpi di scena e l’autore/rice avrebbe fallito.
Da qui però a non capire niente ce ne passa.
Il vero problema di questo libro è che questa disgraziata dell’autrice non ha idea di come si caratterizzi un personaggio.
(Non che io ce l’abbia ma quantomeno non scrivo romanzi!).
Ci da tutta una serie di notizie assolutamente inutili sui nostri protagonisti,ma non quelle fondamentali,tanto che fino all’ultima pagina facevo uno sforzo immane a capire chi era chi.
Aggiungiamo una montagna di descrizioni superflue,la ripetizione ossessiva degli stessi ragionamenti,colpi di scena che non hanno nulla dei colpi di scena ma ti fanno solo sbottare in un “E quindi?????”urlato al muro e il quadro è completo.
Vi faccio un esempio:c’è una coppia di poliziotti che indaga al caso,devono sposarsi ma non hanno mai fatto sesso.
E’rilevante ai fini della trama?No.
Si scopre alla fine perché non fanno sesso?No.
Perché mettere questa cosa nel libro?Non si sa.

Alla fine il mistero resta,e non è chi è l’assassino:è’chi diamine ha deciso di pubblicare questo libraccio.


sabato 15 marzo 2014

Sindrome da Inappagamento Letterario



Ho sempre sognato la figura del personal shopper libresco:un ibrido tra un critico letterario e uno psicologo in grado di suggerire il libro giusto in base allo stato d’animo del momento.

Si lo so,vaneggio,lasciatemelo fare!

Ma se esistesse un professionista del genere questa settimana avrei potuto evitarmi la mia Sindrome da Inappagamento Letterario.
Definisco cosi la fase attraverso cui ogni lettore è passato almeno una volta nella vita:quella in cui apriamo e dopo poche o molte pagine,ma rigorosamente senza finirlo,insoddisfatti chiudiamo il libro per passare a un altro che farà la stessa fine.
E la scena si ripete un numero di volte proporzionale alla nostra generica insoddisfazione.
Nulla ci piace,nulla ci sembra adatto!

Cosi ho sfogliato e abbandonato Dieci dicembre di Saunders,Buio di Dacia Maraini,Espiazione di McEwan.
(In quest’ultimo caso sono quasi arrivata alla fine,ma non dipendeva dal mio stato d’animo, è che ho trovato McEwan lento come un regionale di Trenitalia!)

Comunque tra uno chiuso e uno aperto alla fine sono riuscita a leggere tre libri,ma dato che oltre alla Sindrome da Inappagamento Letterario questa settimana mi vede anche vittima della Sindrome da Pigrizia Impenitente, traccio giusto qualche pensiero rapido (e spero indolore!)su queste letture.


La prima è stata Apnea:






TitoloApnea

Autore: Lorenzo Amurri

Pagine: 251

Edito nel 2013 da Fandango



Trama:
La faccia immersa nella neve,come ovatta soffice che gli toglie il fiato.È la vertigine dell'apnea.Pochi attimi prima Lorenzo stava sciando insieme a Johanna, la sua fidanzata.Un momento spensierato come tanti,ormai irrimediabilmente ricacciato indietro,in un passato lontano.Poi la corsa in ospedale in elicottero,il coma farmacologico e un'operazione di nove ore alla colonna vertebrale.Dai capezzoli in giù la perdita completa di sensibilità e movimenti.D'ora in avanti Lorenzo e il suo corpo vivranno da separati in casa. Ma l'unica cosa che conta,adesso,sono le mani.Poter riprendere a muoverle, poter ricominciare a suonare la chitarra,perché la musica è tutta la sua vita. Dalla terapia intensiva ai lunghi mesi di riabilitazione in una clinica di Zurigo, fino al momento di lasciare il nuovo grembo materno che lo ha tenuto recluso ma lo ha accudito e protetto durante la convalescenza.E il difficile reinserimento in un mondo dove all'improvviso tutto è irraggiungibile e tutti sono diventati più alti,giganti minacciosi dalle ombre imponenti.Con coraggio e determinazione Lorenzo Amurri racconta il suo ritorno alla vita.La voglia di vedere,di toccare,di sentire.Di riprendere a far tardi la notte insieme agli amici,di abbandonarsi all'amore della sua donna e riconquistare la libertà che gli è stata rubata.Ogni tappa è una lenta risalita verso la superficie,un'apnea profonda che precede un perfetto e interminabile respiro.


Era da tempo che desideravo leggere questa autobiografia.
Amo molto i racconti in cui l’autore si mette a nudo dinanzi al lettore raccontando un momento drammatico e dunque particolarmente intimo della propria vita.
Lo trovo un vero e proprio dono.
Ma tralasciando l’ovvio rispetto per la persona e per il dramma da cui è stata colpita devo ammettere che Apnea non mi è piaciuto.
Amurri scrive bene,riesce in molti momenti a essere anche ironico ,non cerca pietismo e compassione,ma la sensazione che mi è rimasta incollata addosso è che non si sia aperto completamente ma abbia raccontato il tutto con una sorta di distacco.
Come dicevo prima credo che narrarsi all’altro sia un dono,non un obbligo,dunque perché farlo se poi si resta in qualche modo distanti dalla propria storia?
E’ovvio che siamo sul piano delle percezioni personali quindi il mio giudizio è da prendere con le dovute pinze.
Resta in ogni caso una lettura che vale la pena di fare perché storie del genere ,in un modo o nell’altro, insegnano sempre una lezione.


La seconda lettura è stata un classico,avendo chiuso già troppi libri ho deciso di andare sul sicuro scegliendo La signora delle Camelie.













Autore: Alexandre Dumas

Pagine: 192

Edizione Bur del 2002



Trama:
L'amore profondo e puro di Margherita e Armando, contrastato in nome delle buone regole piccolo-borghesi anche quando la "peccatrice" si redime , l'abnegazione e il sacrificio incompreso di costei, la nobiltà d'animo che pervade le ultime pagine del suo diario, elevandola sopra lo stesso mondo che aveva contro di lei l'indice accusatore, ci fanno dimenticare carrozze e cavalli e vivono in quanto sentimenti umani e perpetuabili


Si sa gli amori tormentati fanno sempre breccia nell’animo di noi donzelle a maggior ragione se poi sono raccontati da una penna come quella di Dumas .
La storia colpisce sia per la narrazione semplice ma raffinata che per la trama in se.
Armand e Marguerite sono due personaggi straordinari:puri,puliti,innamorati.
Splendida lei,simbolo di amore generoso,disposto a ritirarsi per il bene dell’altro.
Ingenuo e passionale lui,geloso e generoso,pronto a sfidare la società benpensante per la donna che dopo essere appartenuta a tanti è diventata sua.
Il tragico epilogo porta con se grande tristezza in chi legge ma è innegabile che sia anche il punto forte della storia.


Infine,ma come sempre immancabile un bel chick lit!







Autrice: Marian Keyes

Pagine: 492

Edito da Sperling & Kupfer nel 2006


Trama:
Una mattina Anna Walsh si sveglia nel salotto dei suoi genitori, a Dublino, con il viso pieno di cicatrici, una gamba rotta e una domanda sconvolgente: cosa diavolo ci fa lì? Aveva il Miglior Lavoro del Mondo - PR a New York per uno dei più grintosi marchi della cosmesi - un appartamento a Manhattan e il marito ideale, bello e innamoratissimo. Ma allora perché Aidan adesso non le telefona più né risponde alle sue e-mail? Così mentre sua madre gioca a fare l'infermiera e le sorelle si preoccupano per lei, Anna cerca di rimettersi in salute per volare oltreoceano a ricucire i fili della sua vita. Una volta tornata a casa, però, deve fare i conti con i pressanti inviti della sua migliore amica a uscire, gli enigmatici messaggi telefonici del fratello di Aidan, la surreale atmosfera sul posto di lavoro e dei nuovi, bizzarri amici. Finché un giorno tutte le tessere del puzzle vanno al loro posto e lei capisce che...


Speranze e bugie,nonostante la trama sicuramente più impegnativa rispetto al genere,è caratterizzato da una ironia deliziosa.
La famiglia della protagonista,che si prende cura di Anna durante la sua convalescenza,merita davvero la lettura.
Viene quasi voglia di andare a Dublino sperando che esistano veramente!
Le sorelle,tutte diverse tra loro e perfettamente caratterizzate, sono una fonte di divertimento senza fondo,ma una menzione dovuta va alla madre:quasi geniale nel suo sarcasmo involontario!
Un romanzo che,come ogni chick lit che si rispetti,scivola fluido e veloce lasciandoci con un bel sorriso stampato in faccia.


Beh direi che con questo si conclude il mio elenco delle letture settimanali,nella speranza che la prossima mi veda guarita dalla Sindrome da Inappagamento Letterario auguro buone letture a tutti!


sabato 1 marzo 2014

Flashmob letterario.







Compiamo un gesto di civiltà e fiducia, il primo marzo andiamo tutti in libreria e compriamo un libro, perché la cultura è l’unico modo per salvare il nostro Paese

Questo l'invito della fondazione culturale Caffeina Festival che oggi 1 marzo 2014 lancia il flashmob letterario.
Aderire è semplice :basterà recarsi in una qualsiasi libreria con un fiocco bianco di riconoscimento,comprare un libro,scattarsi una foto con l’acquisto e caricare l’immagine sui social network applicando gli hashtag dedicati all’evento: #1MarzoCompraUnLibro e #facciamovincerelacultura.
L'iniziativa è lodevole e  se anche non salverà il mondo della cultura salverà di certo noi stessi:con questa pioggia cosa c'è di meglio che chiudersi in casa con un nuovo libro tra le mani?
Buona lettura a tutti!

mercoledì 26 febbraio 2014

Shining vs Doctor Sleep:Stephen King





Titolo: Shining

Autore: Stephen King 

Pagine: 588 

Edizione Bompiani del 2014




Descrizione:
L'Overlook,uno strano e imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado, è stato teatro di numerosi delitti e suicidi e sembra aver assorbito forze maligne che vanno al di là di ogni comprensione umana e si manifestano soprattutto d'inverno quando l'albergo chiude e resta isolato per la neve.Uno scrittore fallito,Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni,accetta di fare il guardiano invernale all'Overlook ed è allora che le forze del male si scatenano.Dinanzi a Danny,che è dotato di potere extrasensoriale, lo shine,si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell'albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze,il padre ne rimane vittima.










Titolo: Doctor Sleep

Autore: Stephen King

Pagine: 516

Edito da Sperling & Kupfer nel 2014



Descrizione:
Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining,la luccicanza,il dono maledetto con il quale è nato,e dai fantasmi dei vecchi ospiti dell'Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno da bambino,Dan ha continuato a vagabondare per decenni.Una disperata vita on the road per liberarsi da un'eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione.Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una piccola città del New Hampshire,dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell'ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l'indispensabile conforto finale.Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro,Torrance diventa Doctor Sleep,il Dottor Sonno.Poi Dan incontra l'evanescente Abra Stone,il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l'esistenza e l'anima della ragazzina.Sulle superstrade d'America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo.Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati.Ma come intuisce Dan Torrance,e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra,si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining.


Danny is back.


Quando ero piccola possedevo quella che King chiama la “luccicanza”.
Una sorta di preveggenza,precognizione,intuito,stregoneria,chiamatela come vi va.
Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che il primo libro da me acquistato in piena autonomia fu proprio uno dei capolavori di questo autore:It.

Poi questa luccicanza devo averla persa per strada dato che per anni ho smesso di leggere il re dell’horror.
Finche non mi hanno fortemente suggerito 22/11/63,rassicurandomi che non faceva affatto paura.
(Si,lo ammetto non sono intrepida,nemmeno sui libri.)
Ed è cosi che ho riscoperto il mio antico amore per questo autore,rinnovato con l’ uscita e la lettura di Joyland.

Ma poi mi sono trovata davanti a Doctor Sleep.
Che fare?Restare in astinenza dal Re o superare le mie fobie?
Armata di forza e coraggio ho deciso di partire per il mio viaggio verso Danny Torrance e inevitabilmente il primo passo è stato Shining.
Inutile dire che pur non avendo mai visto il film la faccia di Jack Torrance era volente o nolente quella di Jack Nicholson!
Al di là dell’aver scoperto che in fondo tutta questa fifa addosso non me la metteva,ero curiosa di leggere in sequenza i due libri per scoprire come King fosse cambiato negli anni.

Se Shining resta senza ombra di dubbio un classico dell’autore è in Doctor Sleep che viene fuori tutta la potenza divenuta ormai atto.
La differenza è netta,evidentissima.
King ormai possiede la penna e ne fa ciò che vuole con talento e dimestichezza.
Si vede dallo stile:molto più pulito,meno caotico e ingarbugliato nonostante la trama sia più complessa.
Si vede dai personaggi:in Shining sono solo quattro mentre Doctor Sleep può essere considerato a tutti gli effetti un romanzo corale.
Sono molti,tanti,tutti perfettamente visibili.
Si vede dai temi trattati:in primis l’alcoolismo che,se nel primo romanzo assumeva le sembianze di uno spettro malvagio,nel seguito diventa un problema concreto,tangibile,che richiama anche una realtà come quella degli alcoolisti anonimi.
E poi c’è ironia,sarcasmo,sembra quasi di sentire lo scrittore sghignazzare alle nostre spalle,o forse in particolar modo alle spalle degli americani.
(Vedi alla voce “Popolo dei Camper”.)

In definitiva è un King molto più raffinato questo,molto più libero.
E’il King che ho imparato ad amare con l’età adulta ed è il King che voglio continuare a leggere.


Tanto ormai non mi fa più paura :- )